Osservare i pianeti al telescopio : cosa possiamo vedere

I pianeti che sono visibili ad occhio nudo sono 5: Mercurio Venere Marte Giove e Saturno. Per chi ha un po’ di pratica del cielo è facile individuarli in quanto si muovono tra le stelle nel giro di qualche giorno lungo la fascia delle costellazioni dello zodiaco.

Un’altra peculiarità è che, avendo una maggiore luminosità rispetto alle stelle, la loro luce rimane fissa nel cielo e non tremolano. Questi cinque pianeti sono osservabili solo in periodi ben determinati che si accavallano l’un l’altro e che dipende dal movimento rispetto alla Terra e al Sole. I pianeti più lontani: Urano Nettuno e Plutone sono individuabili solo tramite coordinate.

Le prime osservazioni dei pianeti da parte di principianti suscitano sempre un pò di delusione in quanto si aspetterebbe di vedere dei grandi dischi pieni di particolari come si vedono nelle foto un po’ dappertutto, ma pian piano ci si rende conto che osservare i pianeti e quasi un’arte. Bisogna, infatti, osservare qualche minuto continuamente il pianeta per far assestare l’occhio così per cominciare a raccogliere tutti i particolari…..
Passiamo in rassegna i vari pianeti elencando le caratteristiche e che cosa possiamo vedere con piccoli strumenti.

Mercurio

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Mercurio la mattina prima dell’alba (a sx) e Mercurio visto al telescopio (a dx)

Mercurio è il pianeta più vicino al Sole e si può osservare solo nelle massime elongazioni che si verificano ogni due mesi circa alternativamente dopo il tramonto del sole e prima dell’alba la mattina nelle luci del crepuscolo quando può raggiungere la luminosità di  -1,7 mag, anche se difficile da osservare poiché basso sull’orizzonte. Essendo un pianeta interno presenta delle fasi che possono essere visibili con un piccolo telescopio di 6 centimetri e un ingrandimento di 80 volte, ma sarà questa l’unica osservazione di dettaglio possibile con telescopi non professionali.

Venere

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Venere la sera dopo il tramonto (sx)  e Venere visibile con un piccolo telescopio (dx)

Venere e il pianeta più splendente raggiungendo magnitudine -4,4. È l’oggetto del cielo più luminoso dopo il sole e la luna. Anche Venere mostra le fasi con dimensioni all’epoca delle congiunzioni superiore e inferiore che variano notevolmente. Quando passa tra noi e il sole (congiunzione inferiore) si vede con una falce sottile e con maggiori dimensioni angolari che superano il minuto d’arco, mentre quando è in corrispondenza Terra  Sole Venere (congiunzione superiore) osserviamo un dischetto illuminato quasi completamente ma molto piccolo. La migliore visibilità e possibile quindi tra le due congiunzioni (altezza di 48° sull’orizzonte e magnitudine -4,4) : massima elongazione est con magnitudine  visibile la sera verso ovest e massima elongazione ovest visibile la mattina verso est. In queste occasioni il disco sarà illuminato per metà con diametro apparente di 24“ d’arco circa, anche se a causa della folta atmosfera non è possibile visualizzare  particolari sulla superficie. Già un binocolo con 15 ingrandimenti mostra le sue fasi che si possono osservare meglio con un piccolo telescopio rifrattore da 6 cm. Solo con telescopi di 30 o 40 cm si potrà notare qualche differenza di colore sulla sua superficie dovute alle spesse nubi che ricoprono il pianeta.

Marte

Martenel cielo notturno (grande opposizione dicembre 2007) Marte visibile con un piccolo telescopio

Marte nel cielo notturno (grande opposizione dicembre 2007) sx e Marte visibile con un piccolo telescopio dx

Marte e un pianeta molto affascinante ma i periodi favorevoli all’osservazione sono molto rari. Bisogna aspettare non solo che passi più vicino alla Terra (ogni 26 mesi) ma anche che nello stesso periodo sia anche più vicino al Sole (opposizione perielica o grande opposizione) che si verifica ogni 15 anni. In questo periodo il pianeta si trova a soli 56 milioni di chilometri da noi con diametro medio apparente di 20″ (ogni 79 anni può arrivare a 25” come nel 1956). Ad ogni passaggio successivo, di 2 anni in due anni, il pianeta rosso si allontanerà un po’ più dalla terra fino a trovarsi (anche nelle opposizioni) a 100 milioni di chilometri dalla Terra. In questi periodi si osserverà un disco molto piccolo anche con grandi telescopi. Solo dopo sette opposizioni avviene un nuovo ravvicinamento con possibilità di proficue osservazioni. Marte in condizioni favorevoli e già osservabile con piccoli strumenti (7 – 8 cm di diametro obbiettivo) che riveleranno differenze di colore sulla superficie: macchia scura nella regione equatoriale (grande Sirte) e le calotte polari a nord e a sud (piccole macchie bianche)

Giove

Giove come appare ad occhio nudo in questi giorni sx Giove visto tramite un piccolo telescopio (dx)

Giove come appare ad occhio nudo in questi giorni (sx) e Giove visto tramite un piccolo telescopio (dx)

Il più grande dei pianeti del sistema solare, Giove e anche quello più facile da osservare. Anche un semplice binocolo permette di scorgere il dischetto con i quattro satelliti attorno. Le famose bande equatoriali possono essere viste con un piccolo telescopio rifrattore da 6 centimetri ed un ingrandimento di settanta volte. Con un rifrattore da 9 centimetri possiamo osservare le occultazioni e le eclissi dei suoi quattro satelliti principali mentre con un piccolo riflettore da 15 centimetri ed ingrandimenti sui 120 volte possiamo cominciare a distinguere la struttura fine delle bande nuvolose e notare la rotazione del pianeta che avviene in 10 ore circa. Giove cambia costellazione più o meno ogni anno ed il periodo più favorevole all’osservazione si ripete ogni anno con un mese di ritardo. In quel periodo la distanza con la terra è quella minima.

Saturno

 Saturno nel cielo stellato in questo periodo (sx) Saturno mostrato da un piccolo telescopio dx

Saturno nel cielo stellato in questo periodo (sx) e Saturno mostrato da un piccolo telescopio dx

La peculiarità del secondo pianeta gigante per grandezza del sistema solare e senza dubbio il grande anello che lo circonda. In realtà le sonde Voyager hanno rivelato che gli anelli di Saturno sono molteplici ma al telescopio solo i due più esterni sono visibili, divisi tra di loro da uno spazio di 4000 chilometri circa (divisione di Cassini). Questi anelli sono in realtà formati da tantissimi pezzi di roccia dalle dimensioni di qualche metro circa ricoperti di ghiaccio e sparsi tutto attorno al pianeta con un diametro di 270 mila chilometri e, avendo uno spessore minimo (qualche centinaio di metri) ogni 14 anni e mezzo, quando la terra passa per il piano degli Anelli, non sono più visibili per un certo periodo. Con un piccolo rifrattore da 6 centimetri possiamo già scorgere Saturno con il suo sistema di anelli mentre con telescopi da 8 centimetri possiamo già notare la divisione degli anelli (divisione di Cassini). Con obbiettivi di oltre quindici centimetri possiamo poi cominciare a scorgere le bande nuvolose (molto meno contrastate del pianeta Giove). Il suo satellite principale Titano è già visibile con un piccolo telescopio da sei o sette centimetri mentre Teti Giapeto e Rea necessitano di almeno 8 o 9 centimetri di apertura. Ci  vuole poi un piccolo riflettore da 12 centimetri per scorgere Dione. I periodi favorevoli per osservare Saturno si ripetono ogni anno con due settimane circa di ritardo. Si muove più lentamente di Giove e cambia costellazione ogni due o tre anni circa.

Urano

 Urano visto con un piccolo binocolo Urano al telescopio

(dx) Urano visto con un piccolo binocolo e Urano al telescopio (sx)

Anche Urano è un pianeta gigante, anche se un po’ più piccolo rispetto a Giove e Saturno. Si presenta come una stellina azzurra di sesta magnitudine al limite della visibilità ad occhio nudo. Con un piccolo telescopio da 6 centimetri e ingrandimenti sulle 100 volte si potrà scorgere il suo dischetto verde blu che diverrà meglio visibile con un piccolo riflettore di 15 centimetri sui 150 ingrandimenti ma senza notare particolari sulla superfice. Si muove molto lentamente nel cielo cambiando costellazione ogni 7 anni circa.

Nettuno

 Nettuno visto con l’ausilio di un binocolo Nettuno visto al telescopio

Nettuno visto con l’ausilio di un binocolo (a sx) e Nettuno visto al telescopio (dx)

Nettuno e simile a Urano sia per dimensioni che per aspetto ma, avendo una magnitudine di 8 circa ed essendo più lontano si potrà trovare solo con coordinate o quando passa nelle vicinanze di una stella abbastanza luminosa. Il suo piccolo disco si potrà scorgere solo ad alti ingrandimenti (200 – 250) e con telescopi con diametro di 15 o 20 centimetri ma non si potranno scorgere particolari. Nettuno cambia costellazione solo ogni 11 – 13 anni circa

Plutone
Plutone è un pianeta nano che orbita nelle regioni periferiche del sistema solare a cavallo dell’orbita di Nettuno e per questo la sua distanza con il sole può essere minore di quest’ultimo. Plutone è stato recentemente aggiunto come elemento di riferimento della classe dei pianeti nani trans Nettuniani denominati Plutoidi dall’Unione Astronomica Internazionale. Per osservarlo servono telescopi di media potenza (25 o 30 centimetri di diametro) e condizioni eccellenti di visibilità. Ma scorgeremo solo un debole puntino luminoso di 14,5 o 15 magnitudine.

Riassumendo i pianeti facili da osservare sono Giove e Saturno. Marte è interessante ma impegnativo mentre Mercurio Venere e Urano sono un po’ deludenti; infine Nettuno e Plutone sono molto difficili da osservare.